Intervista a Jasmine, 2 anni in Olanda come Au-Pair

Ho intervistato Jasmine, 23 anni, originaria di Asti ma da qualche anno all’estero. Come tanti, era venuta qui per qualche mese ed è rimasta per due anni e mezzo. Jasmine è arrivata come au-pair ed in questa intervista ci racconta la sua esperienza, le difficoltà, ma anche cosa l’ha fatta innamorare dell’Olanda.

 

Intervista

Ecco la nostra mezz’oretta di chiacchierata:

Trascrizione

Daniele [00:00] Ciao Jasmine. Grazie per aver raccolto il mio invito per farci questa chiacchierata, così ci racconterai un po’ com’è andata la tua esperienza vivendo in Olanda, ad Amsterdam.

Jasmine [00:11] Figurati Daniele! Sono qua quando vuoi!

Daniele [00:15] Dicci, così in un paio di minuti, la tua esperienza in Olanda, quindi perché ti sei trasferita e come è andata.

Jasmine [00:26] Io mi sono trasferita nell’ottobre del 2014. Mi sono trasferita perché ho fatto una stagione prima a Creta e, quando sono tornata, volevo ripartire. In Grecia mi era capitato di lavorare con dei bambini olandesi. Quindi, quando sono tornata in Italia (ovviamente l’Italia, sappiamo tutti com’è!) ho deciso che prendo baracca e burattini e mi sposto. Sono andata in Olanda con un programma che si chiama Au Pair, dove loro ti danno vitto e alloggio, tu dormi a casa di questa famiglia e in più loro ti danno un piccolo salvadanaio che potrebbe essere… parte solitamente dai 250 euro e, nelle famiglie molto benestanti, può arrivare fino a 500 euro. Quindi, mi sono trasferita in un paesino veramente nel mezzo del nulla, che si chiama Den Helder, e sono stata tre mesi e mezzo lì–

Daniele [01:19] Den Helder, scusa, non è dove parte il traghetto per andare sulle isole–

Jasmine [01:23] Si, si, cioè, si può partire da Groningen, dalla parte di là ad est, sennò da Den Helder puoi andare sul Parco Nazionale–

Daniele [01:33] Texel–

Jasmine [01:33] Esatto su Texel.

Daniele [01:34] Ok, si.

Jasmine [01:36] Sono stata tre mesi lì (quindi praticamente Friesland). Facevo tutti i weekend Den Helder-Amsterdam in treno, e poi dopo tre mesi, ho trovato un’altra famiglia ad Amsterdam, mi sono spostata ad Amsterdam, ho fatto altri tre mesi in famiglia, e poi ho conosciuto amici e lì è iniziata la mia esperienza da sola; quindi ho preso casa con gli amici e ho iniziato a vivere ad Amsterdam, nella quale sono stata poi per 2 anni e mezzo. Alla fine Amsterdam mi è piaciuta insomma!

Daniele   [02:08] Quando ti sei trasferita in Olanda, già avevi questo lavoro, questo contratto per fare l’Au Pair?

Jasmine   [02:15] Si, si. L’unico problema dell’Au Pair… cioè problema, insomma… è un’ottima piattaforma per iniziare. Nel senso, se tu… come il Working Away… praticamente, se tu non hai lavoro o non hai una lira, però vuoi trasferirti, usi o l’Au Pair Program (se sei ragazza ovviamente è più facile), quindi si, ti devi guardare i bambini, lavori in famiglia, è un po’ pesante da una parte, ma dall’altra è molto utile perché impari la lingua; sia il Working Away che, appunto, dando vitto e alloggio non ti pagano, però sei già nella città; quindi, poi, da lì, piano piano ti guardi attorno. Sai, è più facile, per cominciare una nuova vita, rispetto che andare lì che non conosci niente e nessuno.

L’unico problema dell’Au Pair è che lavori un sacco di ore al giorno, perché comunque sei a casa tutto il giorno coi bambini, e non hai nessun tipo… il BSN non lo puoi fare, perché non hai nessun indirizzo; quindi, in quei mesi lì, si che non ti esponi troppo, però alla fine non concludi neanche troppo, quindi, dopo un po’, devi finire di fare l’Au Pair.

Daniele   [03:22] Si, quindi il BSN, ricordiamolo, è quel documento che serve praticamente per fare tutto in Olanda. L’equivalente del codice fiscale nostro.

Jasmine [03:30] Si, esatto.

Daniele   [03:31] Ti serve se cerchi lavoro, se apri un conto in banca o–

Jasmine [03:34] Tasse. Tutto. Il BSN serve per tutto.

Daniele   [03:37] Come hai trovato questa famiglia per il programma Au Pair?

Jasmine [03:40] Allora. Io ho avuto molta fortuna. Ho trovato due famiglie meravigliose. Una era del Sudafrica e l’altra era olandese, olandese. Ovviamente, tutt’e due molto benestanti, e mi sono trovata veramente bene, anche perché non sono mai stata così a contatto con bambini olandesi, come ovviamente in famiglia; e, in famiglia, mi sono resa conto che loro hanno veramente tutto, cioè sono veramente sani!

Non è più il giocare col bambino. E’ solo controllare il bambino. Tu, in realtà, non giochi con loro. Tu stai lì. Non puoi usare il cellulare, non puoi fumarti le sigarette. Non puoi fare niente ovviamente. Stai lì e li guardi mentre loro giocano; quindi, tu vai al parco, c’è -8 fuori, c’è un freddo… e loro giocano. E tu stai lì e li guardi; quindi, ecco, questo era abbastanza traumatico per me perché io volevo giocare con i bambini, però la madre mi diceva: “No, ma loro vogliono giocare da soli”. Quindi, loro sono molto adulti per l’età che hanno.

Daniele   [04:39] Tu hai fatto L’Au Pair anche a Creta, dicevi?

Jasmine [04:42] Si. A Creta lavoravo in un Mini Club con un tour operator.

Daniele   [04:46] Volevo vedere se potevi, se riuscivi a confrontare, diciamo, i bambini che hai conosciuto in Olanda con i bambini che hai conosciuto in altre parti. Se hai notato differenze, perché, come questa cosa qua che la mamma ti diceva di non giocare con loro, è interessante.

Jasmine [04:59] Allora, ti dico. Io ho sempre lavorato coi bambini. Anche in Italia. I nostri bambini sono più indietro rispetto ai bambini del Nord, ma più indietro, perché: i bambini del Nord nascono già benestanti. La loro classe povera, per noi, è la classe benestante in Italia. Quindi loro, tutti i giochi immaginabili, possibili che tu possa pensare, loro ce li hanno tutti, tutti. E loro comunque, vogliono un’indipendenza… cioè loro si vergognano se vai in giro e li tieni per mano, quindi, cioè il bambino italiano… adesso non so, negli ultimi anni non sono più in Italia, però mi ricordo quando ci lavoravo, ai bambini piaceva, nel senso, faceva piacere. Poi, comunque io ho 22 anni, cioè sono giovane, quindi stiamo parlando di 2 anni fa, avevo vent’anni. La bambina non voleva neanche che le facessi la treccia perché mi fa: “Me la faccio da sola”. Si metteva lo spray, aveva 7 anni, per colorarsi i capelli di rosa.

Daniele   [05:53] Volevo fare un passo indietro, però. Come hai trovato queste famiglie?

Jasmine [05:56] C’è una piattaforma che si chiama Au Pair Program. E’ molto semplice iscriversi ed è gratuito. Tu metti i tuoi dati, le tue foto, che cosa cerchi, la famiglia, e puoi cercare famiglie in tutto il mondo; quindi, può essere dal Giappone, come può essere l’Africa, come può essere in America, in Australia, in Olanda, dove vuoi. Fai due o tre chiamate Skype con loro. Ti conosci un po’. Ti devi pagare il biglietto per andare da loro, però poi, quando sei da loro, non paghi niente; e loro ti danno questo, appunto, salvadanaio di un ammonto minimo di 250 fino a 500 euro che tu puoi spendere (poi dipende, se vai in Australia ti danno di più, perché lì–

Daniele   [06:42] Costa di più.

Jasmine [06:43] Si, esatto. Però, tipo in Olanda, la prima famiglia mi dava 350 euro e la seconda 500. Tu praticamente sei in casa, gli guardi i bambini, gli fai un po’… allora, ci sono certe famiglie… in Spagna, solitamente, perché una mia amica l’ha fatto in Spagna, tu devi solo guardare i bambini, quindi, quando i bambini sono a scuola tu ti fai beatamente gli affari tuoi. In Olanda, devi fare anche le pulizie solitamente, perché io in tutte e due le famiglie facevo anche le pulizie. Poi, vabbè, non è che… poi, vabbè, nella seconda famiglia si facevano più  pulizie, però comunque, sai, pulire per terra, passi il panno, così. Poi la madre di solito ti aiuta. Quando i bambini… cioè al mattino ti svegli e ti devi svegliare sempre alle 6, perché ti devi svegliare prima dei bambini, devi fare le colazioni, li devi portare a scuola, devi fare le commissioni per la madre, torni a casa, fai le pulizie, vai a prendere i bambini a scuola, tipo alle 2, li porti a casa, pranzo, compiti, gioco, vanno dagli amici, e così, e poi, alla sera, verso le 8, vanno a dormire, perché dormono molto presto.

Daniele   [07:46] E come mai hai scelto l’Olanda? Dicevi, perché avevi conosciuto bambini olandesi?

Jasmine [07:50] Si. Avevo conosciuto bambini olandesi e, a dirla tutta, l’Olanda, a me, ha sempre un po’ stregato, cioè mi è sempre piaciuta. Era un sogno che avevo fin da piccola di andare in Olanda.

Daniele   [08:01] Ok, e una volta arrivata lì, diciamo, eri in una buona posizione, perché comunque già il vitto e alloggio ce l’avevi, il lavoro, diciamo, l’avevi già, quindi, insomma rispetto a tanti che partono senza avere niente in mano, tu avevi già dei programmi, ecco.

Jasmine [08:17] Si, qualcosa si.

Daniele   [08:18] Quali sono state le difficoltà, per te, più grosse all’inizio?

Jasmine [08:23] Ti dico. La difficoltà più grande che ho riscontrato è stato quando, mi ricordo era aprile del 2015, no, fine marzo del 2015, e io stavo lasciando la famiglia per cominciare a vivere da sola. E mi ricordo che gli dissi alla famiglia: “Guarda, io vorrei finire di lavorare qua per maggio”. Loro al tempo mi dissero: “Si, va bene”. Il giorno di Pasqua, vennero da me per dirmi: “Guarda, noi abbiamo trovato un’altra ragazza. Te ne devi andare domani”. E io: in mezzo a una strada. Loro non serbano mai rancore verso nessuno, gli olandesi, però sono persone molto strane, cioè non sono come noi italiani, che prendono tempo e fanno le cose con fin troppa calma. L’olandese pensa e fa, quindi io lo so che loro non l’hanno fatto con cattiveria a buttarmi fuori, ma questo è quello che è stato, e io, visto che vivevo in famiglia e ho avevo tutte queste agevolazioni per 8 mesi, non mi sono mai messa a pensare che tram dovevo prendere, o che autobus, piuttosto che la metropolitana. Sai, io facevo sempre lo stesso giro. Uscivo con alcuni ragazzi, però sempre lì in centro, abitavo in centro, quindi non è che mi sono messa a guardare chissà cosa; quindi, quando poi ho trovato subito casa, molto velocemente, con degli amici, io non sapevo nemmeno come arrivarci fino là. Ero nel mezzo del nulla, con i bagagli. Quindi, questo è stato abbastanza difficile. Anche il fatto che loro… cioè io ho parlato inglese, ma a Nord dell’Olanda ovviamente loro parlano solo olandese. Questo è stato abbastanza un trauma perché io ovviamente non parlavo olandese. Ho cominciato a prendere dei libri di testo, ma l’olandese che parlano a Den Helder è completamente differente dall’olandese che parlano ad Amsterdam, quindi, nel senso… quello è stato abbastanza pesante.

Daniele   [10:20] Ok. Però a quel punto lì avevi già degli amici per cui, dicevi, siete riusciti a trovare un appartamento insieme?

Jasmine [10:26] Si. Il problema è che arrivi dall’Italia con le cosiddette, licenza poetica, pezze al culo, se arrivi su e non hai niente, ovvio cerchi qualcosa a poco, cosa fanno in Olanda? In Olanda, soprattutto ad Amsterdam, subaffittano, ciò indica tipo: io sono un iracheno, sono in rifugio politico, mi mandano in Olanda, mi danno una casa, io pago solo 100 euro al mese, una casa popolare, per dirti. Io conosco un altro amico iracheno, vado a vivere da lui e questa casa che mi ha dato il comune, io la subaffitto a della gente come Jasmine che arriva dall’Italia. Queste case non si possono affittare, quindi, lo dico a tutti quelli che leggeranno poi quest’intervista: NON prendete assolutamente casa con iracheni o altro, e soprattutto, cominciate a fare attenzione se vi dicono che lì non è con la registrazione; perché, all’inizio, non avere la registrazione sembra una cosa bella.

Jasmine [11:27] Perché alla fine dici: “A cosa mi serve avere la registrazione? Posso lavorare con il BSN provvisorio”. Ok. In realtà, la registrazione serve perché, per le tasse, se dopo un po’ non paghi le tasse… cioè, paghi le tasse solo con lo stipendio, però la tua residenza è ancora in Italia, l’Italia ti viene a cercare. Ecco, fate attenzione!

Daniele   [11:48] Guarda, ti dico. Ho conosciuto anche olandesi che fanno lo stesso giochetto. Prendono una casa a sistema sociale e poi vanno a vivere con la ragazza e la subaffittano; quindi non è nessun discorso di… non è un discorso di una nazionalità, ecco, è di persone, sono persone disoneste.

Jasmine [12:06] Io, di solito, ho sempre beccato gli iracheni, per quello che classifico solo loro.

Daniele   [12:10] E’ un grosso problema ad Amsterdam perché, facendo così, fregano da una parte sia il sistema sociale, che è fatto per dare casa a chi ne ha bisogno, e fregano anche chi entra in subaffitto perché, se poi ti beccano ti cacciano fuori, non sei tutelato.  

Jasmine [12:27] A me è successo tre volte, con tre case diverse, che ho avuto il tempismo di andarmene prima che il Comune arrivasse. Però, ecco si, gli olandesi sono persone che solitamente non mostrano di avere segreti quindi loro si guardano sempre uno in casa dell’altro. Quindi, se vedono già che ci sono persone che non sono di lì, soprattutto parlano un’altra lingua, cominciano a farci più occhio, no? Dopo due o tre volte chiamano il Comune, il Comune viene a casa e ti dice: ” Ehi, devi smammare!”.

Daniele   [12:58] Si, infatti, tanti pensano: “Come fa il Comune a sapere?”. No, non è il Comune. Sono i vicini che glielo dicono!

Jasmine   [13:02] Sono i vicini, esatto.

Daniele   [13:05] Si, un po’ come dici tu, non hanno segreti, è vero, e poi, se vedono qualcosa di strano lo dicono.

Jasmine [13:13] Si, loro hanno un sistema, delle regole fisse che usano sempre, quindi loro, a quanto fan vedere, poi nella mentalità dell’olandese non lo so, però da quanto fanno vedere si dice, c’è scritto di fare così, loro fanno così; quindi, ovvio che se c’è una vecchietta della casa accanto e vede che arrivi tu, italiano che ti porti i mobili, una volta porti la pizza, una volta porti gli amici, dopo due o tre volte chiama il caro Gemeente e gli dice: “Ehi, guarda che qua non ci vive chi dovrebbe viverci”.

Daniele   [13:41] Quando dicevi che te ne sei andata in tempo, a che punto hai capito che eri in un subaffitto, cioè in una situazione illegale, e quand’è che hai capito che dovevi andartene?

Jasmine [13:51] Allora. Nella prima casa in cui vivevo, mi hanno spiegato la storia dei subaffitti perché ovviamente io, arrivata dalla famiglia, non sapevo niente e vivevamo in 6 in una casa subaffittata. Non ti dico solo il disagio di com’era quella casa, tra feste, after party, tutto, perché comunque, Amsterdam è la capitale del divertimento. Da lì, ho deciso che era ora di andarmene; quindi avevo contattato un signore che ad Amsterdam è molto famoso per affittare case, che tutti sanno che lui in realtà subaffitta case, quindi sono andata sapendo dove stavo andando, la mia direzione, però avevo bisogno di una casa, cioè avevo bisogno immediato. E gli affitti per prendere una casa con altri coinquilini erano troppo alti, cioè meno di 600 euro non avevo trovato niente. Quella era una casa che mi chiedeva 1.000 euro, ma avevo una casa quindi potevo andare a vivere con qualcuno.

Jasmine [14:45] Quindi sono andata a vivere col mio coinquilino, in questa casa… no, prima da sola, poi è arrivato il mio migliore amico dall’Italia che è venuto a vivere con me. Siamo stati un po’ lì. Poi, da lì, lui continuava a chiedermi sempre più soldi, quindi da lì, abbiamo beccato una signora per strada, che aveva un’altra casa subaffittata poco più in là, quindi di notte abbiamo preso baracca e burattini, siamo scappati, siamo andati nell’altra casa. Poi, nell’altra casa, dopo tre mesi, il Comune… no, è venuto il padrone di casa, dicendo che il Comune c’avevano dato atto di sfratto. Perché, addirittura questa non era casa sua affittata… cioè, si, era subaffittata, ma lui aveva un finanziamento con la banca, che pagava con i soldi del nostro affitto; ma anche questo è illegale. Non lo possono fare, quindi l’hanno beccato e ci ha sbattuto fuori; quindi, avevamo pagato l’affitto il 10 di ottobre e il 20 ci ha sbattuto fuori.

Daniele   [15:44] Come funziona l’atto di sfratto? Perché è una cosa di cui se io devo parlare, però non so… sei la prima persona che conosco che è passata da quell’esperienza.

Jasmine [15:51] Allora. Cominciano a mandarti un sacco di lettere a casa, tantissime. Tipo due lettere al giorno. Ti mandano una lettera, ti mandano una lettera, ti mandano una lettera. Io parlo olandese, più o meno, quindi leggevo le lettere e capivo cosa stava succedendo; ma quando chiamavi il padrone di casa, ovviamente il padrone di casa diceva: “Non è niente, non è niente”. Perché anche lui temporeggiava, che non sapeva come fare. Dopo un po’, ti vengono a bussare a casa, ti vengono a controllare in casa, se veramente vivi, come dici, se veramente ci vivi tu lì o ci vive quello a cui subaffitti la casa. E poi, ti dicono–

Daniele   [16:32] Ma questa è solo la Polizia che viene a controllare?

Jasmine [16:34] Si, solitamente o la Polizia o gli agenti del Comune, quindi tipo gli ispettori. Dopo ti mandano la lettera finale dove c’è scritto che se nel giro di 10 giorni tu non lasci la casa vuota, perché poi c’è l’ispezione, ti becchi una multa di 10.000 euro. Quindi, lì, proprio la svuotano e non gli importa se ti beccano, cioè se non prendono l’affitto, se ci perdono, però svuotano la casa perché sennò l’ispettore arriva, e lì sono cavolacci tuoi.

Daniele   [17:04] Le lettere e tutto sono indirizzate a chi dovrebbe vivere lì.

Jasmine [17:08] Si, però a te non succ–

Daniele   [17:08] Poi però, se entrano e trovano te…

Jasmine [17:10] A te non succede niente. No, ma a te non succede niente. Ti sfrattano solo!

Daniele   [17:13] Ah ok.

Jasmine [17:13] Cioè, adesso, per fortuna io non ho mai avuto l’esperienza proprio che mi sbattano fuori. E’ venuto il padrone di casa a dirmi: “Te ne devi andare!”. E me ne sono sempre andata prima che arrivassero. Però le lettere, si, arrivavano, quindi, come tutti i miei compagni di Amsterdam sanno, le lettere arrivano e te ne devi andare. Ecco, c’è un sacco di lavoro in Olanda, ma il problema principale sono le case.

Daniele   [17:37] Si, le case sono sempre, spesso, un’esperienza drammatica o traumatica!

Jasmine [17:42] Si!

Daniele   [17:43] Raccontaci tre cose che ti sono piaciute della tua esperienza in Olanda.

Jasmine [17:47] Allora. L’attività fisica, cioè la bicicletta.

Daniele [17:52] Ok.

Jasmine [17:54] Gli olandesi e il lavoro. E le feste, si anche le feste. Quindi, quattro in realtà.

Daniele   [18:02] Cosa ti è piaciuto degli olandesi?

Jasmine [18:03] Allora. Ho avuto la stragrande fortuna di lavorare sempre con gente olandese, perché ho cercato olandesi. Se tu arrivi ad Amsterdam, soprattutto, e non cerchi, non imparerai mai l’olandese e non conoscerai mai l’olandese. Perché l’olandese in sé è una persona abbastanza falsa, simpatica ma falsa. Non ti dice mai cosa pensa. Ti fa la bella faccia, ma poi non ti chiama mai. Questo è l’olandese tipico, che sia donna, che sia uomo, che sia quello che vuoi; quindi, fare amicizia con gli olandesi non è facile perché loro fanno gruppo, e se non parli l’olandese non… no, cioè ti parlano, ma non è che ti parlano proprio. Ho qualche amico olandese. Quei pochi che ho sono buoni e sono persone splendide. Anche sul posto di lavoro, io mi sono trovata benissimo, soprattutto perché io faccio la cuoca, quindi è un lavoro che comunque in Italia è sottopagato, sei sfruttata, se sei donna, guarda, è una schifezza.

Jasmine [19:04] Ovviamente parlo della mia esperienza prima del 2014. Ora non lo so come sia in Italia. In Olanda, loro ti trattano veramente alla pari, cioè sono brave persone e non gli importa se sei rasata, se hai un piercing o piuttosto se sei piena di tatuaggi. A loro importa solo come lavori. Hanno un… come potrebbe dire un classico italiano, ok, non hanno gusto nel cibo, perché ovviamente tutto posto in serra, quindi non c’ha gusto, ma hanno un’organizzazione mostruosa che in Italia, secondo me, non avremo neanche tra vent’anni. Loro fanno sempre le cose nello stesso modo, nel modo più veloce. Hanno testato dei modi. Il modo più veloce è sempre quello. Lo fanno sempre in quel modo lì. Tutti i giorni, che ci siano 60 persone o che ci siano 190. Tu devi pulire il frigo dopo il servizio. Ci sono 60 persone, pulisci il frigo dopo il servizio. Ci sono 180 persone, pulisci il frigo dopo il servizio. E funziona! E’ incredibile!

Jasmine [20:04] Quindi, all’inizio, anche per me è stato difficile comunque stare alla pari con gli olandesi, perché, se alle 11 loro volevano la fetta… cioè se alle 9.30 il semifreddo esce con la fetta di ananas, alle 11.30 deve uscire con la fetta di ananas, anche se tu hai pulito tutto e l’ananas non ce l’hai; quindi devi andare in cella a prendere l’ananas, pulire l’ananas e mettere l’ananas. Ecco. Loro sono molto precisi e metodici. E anche un’altra cosa degli olandesi che mi è piaciuta, però all’inizio mi faceva un po’ strano, è che con loro devi prendere appuntamento due settimane prima per vedersi. Non è come noi italiani!

Daniele   [20:44] Si, due settimane prima, se ti va bene!

Jasmine [20:47] Si, esatto! Mi ricordo che io lavoravo alle terme di Amsterdamse Bos, ho lavorato lì quasi un anno, e avevo un sacco di colleghe, un sacco di amiche. Per uscire con le mie colleghe, il 13 ottobre dovevo dirgli: “Per Halloween, magari usciamo insieme?”. Se avevo fortuna e loro non avevano preso impegni, uscivano con me; però, non uscivano comunque! Hanno tutto su queste agende che hanno passato anche a me, io sono piena di agende ora. Devo sempre scrivermi tutto: dove vado, cosa faccio.

Daniele   [21:17] E’ vero, perché poi, dopo un po’, ti devi per forza adattare!

Jasmine [21:20] Si, esatto, cioè, o ti adatti, o diventi un italiano trasandato, che ce ne sono un sacco. Hai abbastanza l’esempio davanti agli occhi di come non diventare! La bicicletta, mi è piaciuta un sacco perché, appunto, in Italia, usavo solo la macchina. All’inizio portavo i bambini in bici, poi, durante i traslochi, i materassi… le biciclette sono proprio il pane quotidiano. Le trovi a poco dai fantomatici junkie. Ecco, nel senso, si sconsiglia di prenderle dai junkie, ma, io ti dico, a me ne hanno rubate 12 e io compravo dai miei amici junkie. Io arrivavo, prendevo la bici, ci litigavo un po’, però le bici hanno sempre funzionato. No, io, 90 euro per la bicicletta che me la rubano dopo due giorni, non avevo voglia di spenderli, quindi le prendevo dai junkie.

Daniele   [22:14] I bambini li portavi in giro con la bicicletta col cassone, con la bakkefiets?

Jasmine [22:18] Si, con la bakkefiets. No, a Den Hender li portavo con il box fiets dietro, quello verde, quello piccolino fatto ad igloo, che si attacca e si stacca dalla bicicletta. E’ una cosa diversa. Invece, ad Amsterdam, li portavo in bicicletta, ma stavano solo sul sellino e avevano i piedini, tipo le staffe per appoggiare i piedi, sulla bicicletta, e stavano lì, mangiavano, ma non potevo salire in bici, perché la madre era iperprotettiva e diceva che cadevamo. Andava meglio, perché la bakkefiets è pesantissima e io non la volevo guidare, quindi sono contenta. Le feste. Una parola sulle feste ad Amsterdam bisogna darla, perché Amsterdam è la capitale della musica tecno-elettronica e ci sono un sacco di party, sia in inverno che in estate. Ovviamente, in estate è il paradiso, perché da maggio iniziano i festival, fino a fine settembre.  

Jasmine [23:20] Location meravigliose, mozzafiato, Anche lì, organizzazione da paura. La tolleranza delle droghe sintetiche, e delle droghe in generale, ad Amsterdam, è una cosa che mi ha sconvolto. Non pensavo che veramente ci fosse così libertà mentale. Proprio una cosa strana. Cioè vai a un festival, torni al lavoro il giorno dopo, addirittura a me è capitato, il mio chef 45 anni, di venirmi a chiedere: “Oh, ma cosa hai preso ieri sera?”.

L’ho guardi un po’ stranita: “Non ho preso niente!”.

“Ma no dai, raccontami!”.

E rimani un po’ stranito. Però tutti fanno uso di droghe. Un uso occasionale.

Quindi, è proprio una cosa strana, nel senso… cioè, in Italia non mi è mai successa una cosa del genere, che vado al lavoro e mi chiede che cosa ho preso.

Ecco. All’olandese importa solo che tu faccia il tuo lavoro nelle tue ore di lavoro.

Se tu fai il tuo, quando sei libero, tu puoi fare che cosa vuoi. Secondo me, hanno una bellissima filosofia!

Jasmine [24:16] Ovvio, Amsterdam è molto libertina e bisogna stare attenti, nel senso… ho avuto accesso tipo agli Amsterdam Dance Event, ho avuto anche tanti pass e quindi son potuta andare in un sacco di backstage, vedere un sacco di posti, stare nel centro della musica elettronica, quindi è stato veramente… della musica appunto tecno, quindi è stato veramente una bella esperienza.

Festival: ad Amsterdam veramente meravigliosi. Non so se a te è capitato di andare in qualche festival. Veramente tutti molto… la cosa che mi stupisce di più è come è possibile ad Asti, cioè ad Asti, in Italia, io sono di Asti, la sagra della salsiccia, non lo so, finisce sempre a botte, qui ci sono festival di 15.000 persone e non succede mai niente. Non capisco come può essere possibile. Io me lo chiedo sempre.

Daniele   [25:09] Si. Anche a me sorprende sempre. Se guardi… se vai in giro di notte nel weekend ad Amsterdam è pieno di ubriachi, però tutti sono molto più pacifici, ognuno si fa gli affari suoi.

Jasmine [25:18] Si, esatto! Ognuno si fa gli affari suoi! Non succede mai niente. E comunque, dopo una certa ora, c’è il coprifuoco. Cioè, anche questa è una cosa che mi ha sconvolto di Amsterdam, che è una capitale europea, ma alle 2 di notte di martedì non c’è nessuno in giro, o di mercoledì o quello che sia. Il vuoto!

Daniele   [25:32] Si, si. La settimana–

Jasmine [25:33] E’ una cosa stranissima!

Daniele   [25:35] La gente inizia a uscire il giovedì fino alla domenica. Invece, qualcosa che non ti è piaciuta… beh, ovviamente penso, il sistema degli affitti e le case…

Jasmine [25:45] No! Decisamente!

Daniele   [25:45] A parte quello, un paio di cose che non ti sono piaciute?

Jasmine [25:50] Gli autobus! Io odio andare in autobus e gli autisti… cioè, mi sto accorgendo che… penso che sia un’associazione internazionale degli autisti: gli autisti sono antipaticissimi, parlano solo olandese, ti odiano, ti lasciano in mezzo al nulla. Non gliene frega assolutamente se sei arrivato, se devi arrivare, se non sai dove sei. Loro ti lasciano lì e se ne vanno. Non so perché siano così antipatici.

Quindi, gli autobus, soprattutto perché finiscono presto. I notturni: ce ne sono uno ogni ora; e, per essere una capitale europea, potrebbero metterne uno ogni venti minuti, insomma, cioè dico io, un autobus! Uno ogni ora! E poi, se lo perdi… Ciao! Un’altra ora!

Daniele   [26:36] Stai al freddo un’ora!

Jasmine [26:37] Si, esatto! Quindi, quello è terribile! Gli affitti, gli autobus, e… in realtà, niente. Io ho avuto una bella esperienza ad Amsterdam. Solo queste due cose.

Daniele   [26:47] Quindi, in generale, l’esperienza la valuti come molto positiva?

Jasmine [26:52] Si, veramente positiva. Mi ha fatto crescere un sacco e continuo ad avere buoni rapporti con l’Olanda. Adesso mi sono trasferita perché comunque io volevo viaggiare, quindi, da che sono arrivata in Olanda, ho detto faccio 6 mesi ne ho fatti due e mezzo.

Daniele   [27:08] Due anni e mezzo, si. Infatti, adesso, mi dicevi, che ti sei trasferita a–

Jasmine [27:12] A Tenerife.

Daniele [27:13] A Tenerife, quindi adesso non sei più in Olanda. Però dicevi che hai sempre buoni rapporti con l’Olanda, e…

Jasmine [27:18] Si. Adesso ho fatto ‘apply’per lavorare con un’agenzia olandese che gestisce tutti gli hotel a livello internazionale, hotel con animazione olandese. Quindi, sto aspettando, anche lì, una chiamata Skype perché forse dovrei riuscire ad entrare con loro e lavorare con loro, cioè anche se io… questa è la cosa straordinaria: io sono italiana. Già in italiano sbiascico di mio, non è che parlo proprio… quindi, figurati in olandese come parlo! Eppure loro ti danno sempre la possibilità di superarti e di fare del tuo meglio. Loro mi prenderebbero per lavorare con un olandese, anche se io non parlo benissimo l’olandese. Questa è una cosa straordinaria, nel senso, in Italia non succederebbe mai!

Daniele   [28:08] Pensi di tornare in Olanda in futuro?

Jasmine [28:11] Non lo so ancora… forse… potrebbe… ho dei buoni rapporti e il freddo non mi spaventa, quindi si, potrei tornare.

Daniele   [28:18] Infatti, non hai menzionato il clima, tra le cose che non ti sono piaciute quindi penso che comunque… anche secondo me, poi, un po’ ci si abitua e non è così terribile. Soprattutto se si arriva da posti come Asti o la Brianza, da dove vengo io, non è che poi è esattamente il clima tropicale!

Jasmine [28:36] Fa proprio schifo! Tagli la nebbia con le forbici! No, vabbè, diciamo che, nel senso, il clima, a me, ad Amsterdam, mi ha sempre lasciato un po’ con la bocca aperta. Queste variazioni climatiche nel giro di 5 minuti mi hanno sempre lasciato un poco di stupore e un po’ divertita: c’è il sole, esco in pantaloncini corti; dieci minuti, grandina, arrivo a casa con i bolli. Neanche senza lamentarsi. L’unica cosa che posso consigliare a tutti, io sono adesso… ho accettato la tua intervista solo perché mi piace Amsterdam e più ne racconto, più sono contenta. L’unica cosa è che io odio gli italiani, cioè l’italiano medio all’estero per me è da abolire, e se tu, come me, vivi da tanto, da dieci anni, all’estero, lo sai benissimo. Quello che mi piacerebbe che tu scrivessi è: abbassate la testa, non vi credete Dio sceso in terra perché non lo siete.

Jasmine [29:34] Quindi, quando andate in Olanda, abbassate la testa, seguite i consigli, perché se fate le persone umili, l’Olanda ti aiuta e ti fa diventare una persona con i controcazzi. Se invece, vai lì e fai il saputello, nel giro di due mesi, sei in mezzo a una strada, senza un soldo; perché l’Olanda ti da la possibilità di essere cosa vuoi tu, ma se tu non ti dai da fare, lei non ti da un braccio. Ti lascia lì. Io conosco gente che è arrivata in Olanda con molti più soldi di me, molta più bla-bla-bla di me, dopo due mesi è tornata in Italia perché non aveva più una lira. Le feste son feste, ok. Però se fai solo le feste e non ti cerchi il lavoro, e se cerchi il lavoro, cerchi, anche lì, il ristorante egiziano in Damrak, non è che ti puoi aspettare tanto.

Daniele   [30:21] Si. I saputelli e penso anche i furbetti, perché tanti… vedo tanti che contattano che comunque, quando sentono che ci sono tutte queste regole in Olanda, ragionano, magari, un po’ all’italiana e dicono: “Ma cosa succede se io faccio così o faccio cosà?”.

In realtà, le regole… cioè se vai lì a fare il furbo rischi, la rischi grossa.

Jasmine [30:39] Soprattutto, ragazzi, imparate un po’ di inglese prima di andare in un altro stato.

Daniele   [30:44] Ottimo consiglio!

Jasmine [30:44] Potete fare quello che volete, ma fatevi un corso! Per amor proprio! Perché poi arrivate lì, biascicate, non sapete cosa dire e questo dice: “Vabbè un altro italiano come al solito!”.

Gli italiani vanno lì e non sanno neanche dire “acqua”.

Daniele   [30:58] Va bene, Jasmine. Ti ringrazio tantissimo per il tempo che hai dedicato.

Jasmine [31:02] Figurati! E’ stato divertente!

Daniele   [31:03] Per aver raccontato la tua storia. E’ interessante, si!

Jasmine [31:04] Se ti serve ancora qualcosa, scrivimi.

Daniele   [31:07] Va bene, va bene. Ti saluto e ti ringrazio ancora, e grazie anche per i consigli che hai dato a chi ascolta l’intervista.

 

 

Rate this post
Daniele Besana

2 commenti

  • Alex

    Bella intervista, divertente e non so perché, ma ascoltarla e leggera mi ha letteralmente rapito l’attenzione. Buona idea Daniele. Bravo !!
    Tutto vero ciò che dice Jasmine, a parte i subaffitti che forse succede più ad Amsterdam, io vivo ad Haarlem e qui non ne ho mai sentito parlare (meglio) ma questo non toglie che gli affitti in olanda sono davvero una cosa odiosa.
    Aspetto con ansia la prossima intervista !!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *